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sabato 10 gennaio 2015

Sono bloccato a Matsu Island. Ma ho imparato a volare fino alle stelle

Mi sveglio per la seconda volta a Matsu.
È il mio terzo giorno su quest'isola. Non so quando potrò lasciarla. Come tutte le isole dipende dal mare, dal vento, da cosa ci manda il cielo.

Quello che so è che i soldi stanno finendo, non posso prelevarne altri e se da domani se non ci sono notizie positive dovrò per forza di cose smettere di spendere gli ultimi soldi e tenere da parte i 1000$ taiwaniani che mi servono per prendere la barca per Taipei.



Nel primo giorno e mezzo mi sono fatto un'idea generale delle dimensioni dell'isola e son andato a vedere gli elementi che spiccano all'arrivo: il porto, la grande statua bianca che svetta in cima alla collina, le navi militare sulla spiaggia.
Ma esiste una Mastu mimetizzata tra i marroni e verdi che oggi ho intenzione di scoprire.




Sento che la giornata sarà piena e parte la colazione del campione (meglio approfittarne fin che c'è) panbauletto tostato con marmellate e creme fatte in casa di fragola, cacao, burro d'arachidi e.. aglio (vabè quest'ultima la evito).



Ho letto che nell'isola ci sono diverse gallerie scavate durante le guerre di inizio novecento e nella più recente degli anni '70. La ragazza della guesthouse mi ha cerchiato il "tunnel 88" e voglio andare a vedere cos'è.




Cavalco il mio bolide e parto verso quella direzione. Mi ritrovo nella piazza centrale che anticipa la via del mercato del mattino, una specie di grande orto a cielo aperto.. questo si che è Km 0!







Controllo il GPS e capisco che il tunnel 88 è su per la strada di destra, per andar all'aeroporto. Iniziato a percorrerla dopo poco vedo una muraglia a specchio composta da anfore. Eccolo deve essere qui


Il tunnel ha origini antecedenti se ho ben capito, ma è poi stato trasformato nella fabbrica che produce il distillato locale. Il "vino di Matsu", celebre tra i Taiwaniani. Arrivato al B&B un signore me lo aveva fatto assaggiare proponendomi un brindisi di benvenuto. Dentro continua una lunga fila di vasi in cui veniva e forse viene ancora conservato durante la fermentazione. Ma in un tunnel parallelo ci sono cisterne più moderne.



affascinante.


Scendo al porto a cercane di capire com'è l'andazzo. Cercare di capirci qualcosa in più. La risposta è la stessa del giorno prima, mi dicono che la traversata verso Taiwan non è uno scherzo, questa zona del pacifico è molto ventosa e la nave attraversa solo se ci sono le condizioni al mattino. Di provare a svegliarmi presto domani e essere sempre pronto. 


Ma si può vivere così?

Già al porto fanno bella mostra simpatiche statue in stile cartoon del marinaio e del soldato di terra che si salutano. Danno subito l'idea del grande legame che c'è tra questo straccio di terra accanto alla Cina e le forze armate Taiwaniane. Il suo valore strategico storico, ma anche odierno.


Girando la piccola isola ci si rende conto che una fetta significativa non e accessibile, "zona militare" 
off limits.
Alcune strutture hanno all'ingresso sistemi di protezione talmente esagerati da risultare divertenti, altre basi provando a sbirciare dentro sembrano robe da AREA 51 altre più da Shutter island. Insomma le location non mancano. Ma qui è tutto vero, non cinema. E io ci sono finito dentro.
Impazzirò anche io come Di Caprio?


Anche lo spettacolo della natura vuole prendere il suo spazio,  inizio a vedere colori e forme più esotiche. Non ho mai il tempo di pensarci, ma in fin dei conti sono già arrivato a Taiwan, Taiwan..


Il tempo vola letteralmente, solo lui, io mi sono ripromesso di non volare. Mi accontento del motorino.
Decido di fare un salto a vedere che aria tira in guesthouse, magari c'è del cibo gratis.. O se no mi toccherà andare a cercarne da qualche parte.

Mentre torno verso la mia zona dell'isola le nuvole iniziano a creare un spettacoli insolito, anticipando di un paio d'ore lo show del calar del sole. 
Il vento sta tramando.


Arrivato mi godo questo regalo mischiandolo con la spiaggia

Anche il lato destro del villaggetto in pietra in cui soggiorno diventa più suggestivo. 


Decido di arrampicarmi in cima per vedere cosa c'è e godermi il panorama da lassù

Mentre salgo in quel puzzle di pietre pazientemente incastrate... la vedo.

Ha un'eleganza innata.. si aggira allegra tra le rocce poi si ferma


fotografa un.. un tronco.



Devo escogitare al volo qualcosa. È probabile che non parli inglese, devo pensare a qualcosa di universale.. 

Colgo l'attimo. E mi inserisco in un Selfie 


Qualche parola basic di inglese la parla. Scopro che alloggia anche lei nella mia guesthouse. Anzi probabilmente siamo rimasti gli unici due ospiti.
Mi dice che è di una città in Taiwan e è qui per lavoro e finito si concedeva una passeggiata. 
La invito a cena. 

Accetta.

Nel frattempo ci godiamo il panorama dall'alto


Mentre va a prendere il casco dal suo motorino per spostarci insieme con il mio.. umm.. mi viene un'idea. Per la cena ce tempo. Avevo sentito parlare una grottA creata ad uso militare piena d'acqua.. La Venezia delle grotte! Mi rendo conTo che l'ho pensato davvero e sorrido pensando a quanto sono cretino questi giorni. Non ho mai visto Venezia in vita mia. Anzi posso dire di averla accuratamente e fortemente EVITATA e ora vado alla ricerca di "Venezie d'Asiatiche", pure sotto terra..


La convinco che per la cena è presto, che in Italia ci avrebbero preso in giro, non si può cenare alle 17, non scherziamo..

Parto. Lei fa un uso spropositata dell'unica parola che conosce in quell'ambito "SLOW SLOW!! " 
so che non si fa colpo andare veloci, ma quest'isola è un kartodromo, non si può andare a 40 all'ora come vuole lei dai.. in più è tardi.

Arrivati! andiamo all'avanscoperta, troviamo prima una statua che raffigura i soldati morti costruendo queste gallerie.. Bè comunque è un buon indizio, di sicuro siamo nella zona giusta. Camminiamo un po' tra queste pietre che avvicinandosi, al calare, sembrano sempre più un misto tra l'oro e l'avorio e come questi materiali preziosi hanno visto scendere tanto sangue negli anni.


Eccole. Troviamo quelli che sembrano essere gli imbocchi dal mare delle gallerie. Ma sono stati cementati!


Risalendo troviamo l'ingresso via terra. Un muro imponente, con caratteri a me sconosciuti, lasci un varco a chi intende sfidarlo, a suo rischio e pericolo.


Dentro è illuminato e non troviamo sbarramenti. Ci infiliamo dentro alla roccia. Dopo non molto vedo una "stanza", uno slargo, protetta da una rete militare che lascia però un buco a forma di porta aperto. C'è un cartello in cinese, faccio spallucce e mi ci infilo dentro. Lusy nel frattempo me lo traduce

"vietato l'accesso"

mentre mi accomodo su una sedia e curioso, le rispondo: "ah ok.."


Sembra una postazione di controllo della grotta, molto LOST style.
Andiamo avanti, vogliamo trovare l'acqua, l'oro bianco.

NO CAZZO!
La troviamo. Ma c'è un bel cancello da cima a terra con scritto "10:00 - 17:00 " 

sono le 17.10. Dietro si vede ben chiaramente la zona della grotta in cui inizia a esserci l'acqua.

Lusy ha l'aereo domani per Taiwan, quindi era la sua ultima possibilità. Fa un gesto semplicissimo che in quel momento a me, li appiccicato con in muso alle sbarre come un bimbo che ha trovato il lunapark chiuso, non sarebbe mai venuto in mente..

Prova ad aprire il cancello. Non è chiuso a chiave. Si apre..


Mentre penso a quanti anni di carcere militare Taiwaniano mi stanno attendendo, varco la soglia.
Alla fine è il suo ultimo giorno su quest'isola..
Quella povera ragazza ha diritto a una visita come si deve di questa grotta.
Se ci beccano ci inventeremo qualcosa!
 Inoltre chi lo sa, magari è anche io mio di ultimo giorno.



Ci introduciamo.. a metà tra il furtivo e Indiana Jones che deve assolutamente salvare l'antico vaso.


Ci rendiamo facilmente conto che tutta la prima parte della grotta è in alta marea. La in fondo invece si vede un tratto percorribile a piedi.

Non ci resta che prendere una barca.
Sono un ragazzo che non ama il rischio. Quindi decido di indossare prudentemente un giubbotto di salvataggio.
Inoltre chissammai che faccia anche da giubbotto anche proiettile in caso di bisogno....


Far muovere la barca è molto semplice.. Si da la spinta con la pala e direzionandola a destra o sinistra si vira nella direzione opposta..


Nel frattempo l'acqua sembra scendere di livello. Vediamo anche i segni in rosso sulle pareti, dei picchi record di altezza che ha toccato nella sua storia. La grotta era stata creata per ospitare, nascondere, navi da guerra. Ce ne potevano stare più di cento.
Con le luce i rifressi creano un suggestivo effetto fondale.. In realtà l'acqua è impenetrabile.. Non ci si può fare un'idea di cosa ci sia sotto e di quanto possa essere profonda.. Anche se essendo una grotta artificiale le dimensione devono essere abbastanza omogenee e "umane".


Accostiamo e ci facciamo l'ultimo tratto a piedi, l'acqua è scesa e ha fatto emergere il marciapiedi

Infine scappiamo fuori!


La fame post tensione iniziava a farsi sentire, il sole era tramontato dietro alla collinetta. Ma avevo visto un altro tunnel proprio in quella collinetta e propongo di andare a vedere almeno l'ingresso.

Anche questo da chiusura17:00, ma il cancello qui è proprio ancora aperto. Se lo chiudono mentre siamo dentro probabilmente ci passiamo la notte.

Propongo solo una veloce sbirciatina!


La galleria da l'idea di essere lunga e ramificata. 
A un certo punto troviamo uno stanzino. C'è un plastico!


Sembra essere possibile raggiungere l'altro lato della montagna e sbucare sul mare. Ci da la spinta decisiva per continuare.

A un certo punto ecco la luce naturale, sempre più grande sempre più grande. Ad attenderci c'è un alleato. Un cannone. Che dagli scritti sembra essere degli anni '70. Storie di indipendenza.



Ma non c'è solo lui ad aspettarci... Se dalla parte opposta della montagna se n'era andato.. era qui paziente ad attenderci. Il tramonto. Quello vero questa volta


Ecco cosa vedevano i Taiwaniani nel '76 pronti a difendersi dai cinesi.

Ecco cosa vedo io nel 2015. I capelli colorati di rosso dal sole


Per un'istante non mi sento più bloccato in un'isoletta scordata anche da Google. Sono arrivato a Taiwan. Lo dice il timbro sul passaporto e adesso anche il battito del mio cuore sotto gli ultimi raggi del sole

Torniamo verso la zona abitata inseguendo il sole in scooter. La stradina costiera sul mare è bellissima. Sono bloccato li, ma mi sembra di volare.



A un certo punto la strada sembra arrivare a un vicolo cieco. No, è un ponticello. No, è una diga.


foto dedicata a Paolo Micheli


Ci fermiamo ad ammirare quell'arcobaleno extraterrestre di colori fino a che l'ultimo raggio di sole lo abbandoni, battendo il 5 alle stelle. Ora tocca a loro illuminare i nostri sogni.

Qui. A Matsu. A TAIWAN.



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ultimi 20 giorni di campagna












































2 commenti:

  1. Wow...che avventura... io mi faccio scrupoli pure a entrare in 924 senza il biglietto! :D E lei è proprio bella!

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    Risposte
    1. In effetti anche io non avrei neanche mai pensato di provare ad aprirlo quel cancello.. E invece poi....
      pazzie che si fanno una volta sola!

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