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lunedì 29 settembre 2014

GIORNO 9 - 11 (TAPPA 5) VIENNA

MOZZARELLERIA TRANSASIATICA


Venerdì 26 Settembre 2014,

Sono le 17 in un piacevolmente caldo pomeriggio a Bratislava. Salgo sul pulman, facendo il biglietto direttamente dal driver, che é stranamente gentile e sorridente. Bratislava - Vienna, nonostante sia una tratta internazionale, qui é visto come una rotta poco più che cittadina, sono infatti a 1 ora di strada.
Dopo pochi Km c'è subito lavoro per la mia telecamerina avventosata al vetro..pronta a cogliere i momento salienti del viaggio. Si consuma un tramonto su una piana eolica di cui non si vede la fine



Poco dopo il buoi, fino alle luci della splendente Vienna. 
Arrivo alla stazione dei bus a Erdberg, che è anche una fermata della metro U3, che ferma anche alla stazione dei treni in centro, a Westbahnhof. Li vicino c'é il mio ostello, il "Do step inn". 
Mi accorgo subito che qui sarebbe il paradiso dei teppisti milanesi da metro. Non ci sono tornelli e nei giorni ho sempre avuto conferma che non si vede traccia di controlli. Probabilmente quando li fanno è una vera e propria retata e le multe sono pesantissime. Altra cultura.. 
 Do step inn é più un albergo nuovo, munito anche di camerate, che un vero ostello. 
Entro nella stanza che é arricchita con un finto soffitto in mattoni a volte di ottima fattura. Facciamo le presentazioni. C'é un ragazzo di Belgrado, George, e un ragazzo di Pavia, Luigi.

Luigi mi racconta che starà a Vienna qualche mese, per una sostituzione in uno studio internazionale. George si fa invece qualche giorno di vacanza dopo aver lavorato. Luigi va a cucinarsi qualcosa, rimaniamo che ci vediamo dopo per andar a prendere una birra. Io e George così usciamo alla ricerca di cibo locale! Il nostro obbiettivo si rivela più arduo del previsto. Finiamo in una specie di "corso Buenos Aires" pedonale, é tutto fastfood, cinese, japponese, kebap e al massimo Italiano... Alla fine dopo centinaio di metri troviamo un baracchino che fa hod dog con worsteroni austriaci di tutti i colori, Vada per questo!

Nel frattempo mi sto aggiornando con una mia amica bulgara, Ekaterina, che vive da anni a Vienna. Scopro che, oltre a studiare, lavora in un ristorante-bar fusion proprio su quella strada. Cosí torniamo a recuperare gli altri in ostello per raggiungerla. 
Tornati in ostello sento un odore famigliare, entro in cucine e Luigi si è fatto un risotto alla Milanese della Knorr. Che odore di casa!! Mi vede talmente splendere gli occhi .. che me ne regala due buste per il futuro!

Raggiungiamo Ekaterina che è bellissima come sempre, ci offre un drink al Amaretto di Saronno e poi anche del vino bianco. Poco dopo finisce il suo turno e la accompagno a prendere il pulman. E' veramente una ragazza stracarina e dolce. Ci diamo appuntamento con lei e gli altri amici bulgari a una festa di compleanno la mattina successiva. Purtroppo non riuscirò più a rivederla.


Il mattino dopo mi sveglio, è il momento di andare a scoprire quanto è bella Vienna. Se è valsa la pena di fare questa deviazione fuori programma.

Decido di andare subito al Museo Belvedere. Una villa antica fantastica immersa in giardini vittoriani. Non é un museo enorme, sono solo 3 piani composti da 4 sale ognuno. Ma ogni sala ospita capolavori incredibili, da Monet a Manet, da Rembrant a Klint, e delle signore delle sicurezza agguerritissime perché non si facciano foto.


Eccomi qua all'ingresso anteriore. Vengo subito rimproverato per aver calpestato l'erba. Iniziamo bene.  Il clima é molto variabile, in questo momento prevalgono le nubi.



Arrivato al secondo piano mi trovo subito il capolavoro di David: Napoleone. vedere questi capolavori dal vivo per me è sempre una grande emozione. Scoprirne le dimensioni, l'odore. Apprezzare il tratto. Poco dopo mi trovo il primo Klimt della collezione di questo museo, "familia", un ambiente cupo con una donna che tiene i figli sotto a una coperta o giacca che sembra il lana grezza nera. Capisci subito quale fenomeno é stato. Una sala più in la si gira a destra e in fondo su una parete nera, lucide creata apposta, eccolo, il bacio.

Qui si accalca la maggio parte della folla e in maniera alterna c'è praticamente sempre una rappresentante della sicurezza del museo. Passo una mezzora in quella sala. A un certo punto il miracolo, inspiegabilmente si spostano tutti altrove. Trovo un istante per stare soli io e il dipinto e scattargli un'unica foto sfuocata della nostra più unica che rara intimità, prima che la signora del controllo si riaffacci sospettosa. 


Passo alla sala successiva. Un'altro ritratto di Klimt è molto emozionate: "ritratto femminile"del 1894 circa. Questo è completamente diverso dal suo solito stile, impressiona per il dettaglio e il realismo. Questo ciondolo colmo di diamanti che la donna posta al collo sembra uscire, pensi di poterlo afferrare e portarlo con te. Nonostante ciò é il volto della donna che riesce a prendere l'attenzione, la sua pelle.

Prima di scendere do un'ultimo sguardo al quadro vivente che si vede dalle finestra di quel palazzo, il sole proprio in quell'istante decide di illuminare come un flash remoto il centro della città





Torno alla metro e vado in quella che una volta era piena campagna, ora città : a Schonbrunn, nella periferia Ovest. Qui c'è la reggia chiamata appunto Schonbrunn. E'stata residenza degli Asburgo dal 1730 e era stata progettata per essere più bella di Versailles.  


davanti


dietro

I giardini che circondano la reggia sono immensi, curatissimi e pubblici. Sogni di ogni corridore da parco, scarrozzatore di carrozzina e vecchietto da panchina. E' sicuramente un fantastico incentivo a decidere di vivere in questa prestigiosa periferia.  Incrocio una coppia con testimoni che ha scelto questa location per le foto post cerimonia. Mi avvio per la lunga camminata di ritorno verso la stazione di metro e tram di Schonbrunn.

 Il mio tram per tornare alla base é il 58, che mentre ci salgo si trasforma in 62. I mezzi Viennesi, fino a quel momento impeccabili si trasformano in un istante in un incubo. Il tram prende a fare fermate non scritte nella mappa. Il vecchio autista del vecchio tram non spiccica una parola di inglese e mi fa solo capire di levarmi di torno. Io mi impunto, penso prima o poi tornerá indietro. Mi intima per l'ultima volta di scendere. Scendo solo quando siamo dentro alla rimessa. Scatto qualche foto e mi rincammino alla ricerca di un tram che mi riporti almeno alla stazione da cui ero partito.

Quando arrivo in ostello é tardi, sono le 21.30. Avevo in teoria appuntamento con gli amici bulgari "viennizzati" alle 20. Ma devo ancora organizzare pulman e ostello per Praga del giorno dopo. Tra connessione a internet lenta e chiacchere coi compagni di camera esco alle 23. Festa persa. Decido di fare comunque un salto in centro, che mi sembra tremendamente simile al centro di Milano. Stessi, negozi, stesse facciate, stessi vestiti. Mi sembra di respirare pure la stessa aria. E' però un po' diverso il Duomo di qui e, per ora, anche i veicoli green che gli girano intorno.                            


Il mattino dopo ho ancora a disposizione qualche ora prima di partire.
Vado a vedere la chiesa di San Carlo Borromei, dove incontro i "Medici senza frontiere", intenti in una bella raccolta fondi per le principali vaccinazioni dei bimbi in Africa e la prevenzione alle peggiori malarie.




Faccio poi in salto a vedere il parlamento e mangiare un boccone mentre osservo che aria tira li fuori.


Infine l'ultimo saluto é per il Danubio. Dopo aver viaggiato insieme fin da Lubiana, per Budapest e poi Bratislava, ormai siamo amici, e non posso esimermi da una visita




Qui il Danubio è corposo e ancora più lontana dal centro rispetto a Bratislava. Ma il nuovo grattacielo svetta proprio sulle sue acqua



Famoso alle cronache per 2 lavavetri che si son trovati appesi al 48esimo piano su un ponteggio inclinato

Alla destra della nuova skyline un enorme parco, che ossigena il Danubio, di fronte all'isola viennese, collegata da un ponte. Nel parco si aggirano anche scoiattolini rossi e un trenino su rotaie fisse.  Sulle sponde del Danubio si fanno invece compagnia coppie di cigni bianchi, tuffati simpaticamente a caccia a zampe all'aria.



Anche questa volta é giá ora di tornare in ostello a lavorare un po' sul materiale, chiudere tutto. Riesco a sentire anche Fabrizio da Boston, un'altra città vivibile che come Vienna ti lascia i tuoi spazi. E' ora di tornare sulla rotta prestabilita, alla volta di Praga














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