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domenica 2 febbraio 2014

WWF in viaggio con le aragoste





Arcipelago di Lamu, fine gennaio 2014




Inizia così nella camera " Milan" n. 9 dell'hotel Sun Sail di Lamu town la mia avventura con il WWF
















Fin qui nulla di nuovo. Ero già stato a Lamu per la vigilia di Natale qualche giorno. La mazzata del viaggio in grossi matatu e barche improvvisate l'avevo già provata. L'idea di essere così vicino alla calda Somalia anche.
Ma il fatto che sulla fiducia, senza ancora aver dimostrato niente, il WWF mi avesse infilato per la nottata in un hotel a 4 stelle sul lungo mare di Lamu in attesa che la collaborazione vera e propria iniziasse, mi faceva sentire carico ed emozionato. In realtà portavo già dentro di me un principio di infezione allo stomaco e in serata la mia cena era destinata a finire tutta nel cesso, come d'altronde la cena del giorno precedente.

Sveglia 5.30 A.M.
Alle 6 ho appuntamento con Alì, uno degli autisti navali del WWF. L'unica cosa positiva che trovo in questo orario è vivermi appieno l'alba di Lamu













                                                                                           Ecco Alì ! Bello visibile con i "panda". Si forma un Team e partiamo per la nuova meta. Non "Kiunge", che non trovavo neanche su Google Maps, ma Kiunga!
Kiunga è un gruppo di 50 isole calcaree dalle più grandi  e abitate a quelle più piccole lunghe solo decine di metri. Sono sempre parte dell'arcipelago di Lamu, ma molto più vicine alla Somalia, considerate riserva marina protetta.

Il viaggio in barca dura quasi un'oretta, faccio in tempo a dare un'occhiata al programma del progetto. Fa parte del più ampio KCDP ( Kenya Coastal Development Project).
Ma nello specifico in questi giorni ci occuperemo del
"Lobster fishery biolagical sampling : Protocol january 2014".
Okkey adesso comincio a sapere qualcosa in più.





Lungo la strada un'improvvisa inaspettata sorpresa. L'esperto Alì rallenta di colpo. dice "guarda là". Fino a quel momento i discorsi dei ragazzi erano stati "Ma la tua famiglia non è preoccupata che vieni così vicino alla Somalia? Sai che qui ci sono gli squali bianchi?" Mi aspettavo il peggio.
Vedo qualcosa di strano galleggiare nell'acqua tra le onde una 30ina di metri più in la. Non capisco cos'è. Ci avviciniamo ancora un po'. Qualcosa che sta a galla tra le onde..
Poi capisco. Una enorme tartaruga marina! Anzi, due!!
Monto al volo il mio cannone (70-20mm F2.8 II) sulla Canon 5D mark III. E tac, preciso e veloce come un japponese affamato sul riso. Basta uno scatto.



Ecco, così, la mia prima foto ufficiale per WWF.



Da li scopro che Hassan, il mio fedele compagno di avventura in quei giorni, è entrato da ragazzino nel WWF proprio come "cercatore di uova di tartarughe marine". I "cercatori" sono ragazzi assoldati per sorvegliare le spiagge protette. Trovano e disseppelliscono le uova. Le contano. Infine le riseppelliscono in un punto più sicuro e segreto della spiaggia. Hassan è poi diventato un grande esperto di tartaruge, ma anche del resto delle fauna della zona, in questi giorni quindi si occuperà dell'equilibrio delle aragoste.


Arriviamo alla prima destinazione.
Non  si tratta del paese di Kiunga, ma di Mkokoni. Scoprirò solo più avanti che li vicino è stato costruito il "WWF Camp". Per il momento è solo uno stop. Arriva un fuoristrada marchiato WWF, per rifornirci di bombole e altra attrezzatura. Faccio in tempo a scattare qualche foto di questa spiaggia fantastica. E si riparte.

   



             

 







                                                    Forniti di tutto si procede verso il mare aperto. Dovremo esplorare, nel giro di alcuni giorni ,diversi punti GPS più o meno vicino alle terre emerse. Con l'aiuto dei pescatori locali verificare il quantitativo di aragoste presenti nelle differenti aree, le loro misure e la temperatura dell'acqua. Infine verificare che in queste aree vengano utilizzate tecniche di pesca sostenibili. Questo non solo per quanto riguarda le aragoste, ma anche polpi e altri abitanti di questi mari.

 




E' in prossimità di questi strani funghetti di roccia che raccogliamo i primi pescatori. Ricordano i funghetti di Super Mario! Raccogliamo i pescatori già presi nella loro immersioni. Queste acque sono ricche di aragoste e i risultati si vedo subito












Il mio compito era anche quello di fare foto sottomarine di alta qualità.
Non sono un professionista della fotografia sottomarina. Ma spero di essermela cavicchiata..




Durante la prima giornata le acque avevano forti correnti e così spesso c'era poca visibilità. Io non so loro come facevano a cacciare con questa destrezza nella "nebbia".. Io ho cercato di cavarmela ritraendoli nei pochi istanti di luce e chiarezza subacquea.







Sulla barca invece ero più semplificato nel mio compito. Era curioso vedere il comportamento delle diverse aragoste durante le procedure di misurazione.

 




Non so se per cercare di aiutarmi dopo aver "evacuato" tutto il pesce che mi avevano dato per colazione in mare (terzo giorno in cui non riuscivo ad assimilare nulla di quello che mangiavo), o se per tabella di marcia, ma la seconda tappa è stata sulla "terra ferma".

                                                                                        All'improvviso, totalmente inaspettatamente, mi sono ritrovato in uno dei posti più particolare e incredibili mai visti in vita mia. I "funghetti" che spuntavano dall'acqua, quando la marea scendeva formavano sotto di loro delle spiagge. I funghetti erano formati quasi tutti da rocce scure e taglienti. Ma alcuni raggiunta la cima, ospitavano dei morbidi prati gialli e rosa, da cui il panorama è qualcosa a cui fai fatica a credere.

Dopo la bella pausa in cui hanno approfittato per mostrarmi la colorata fauna delle spiagge e per finire di pesare sulla terra ferma le ultime aragoste in catologazione, ci siamo diretti verso il terze e ultimo punto di controllo della giornata. Li mi hanno chiesto se ero pronto per immergermi con le bombole!
"Ovviamente Ema hai già fatto immersioni no? Sai bene il linguaggio dei segni subacquei?"
"IO ????!!! Eccerto.."

Ok. Erano 3 giorni che vomitavo tutto quello che mangiavo. Ero in mare da 5 ore e sotto il sole cocente senza riparo da 3 ore e avevo detto
 "Eccerto.."

La muta ce l'avevo. Mi hanno messo uno smanicato gommoso con attaccata dietro una bombola pesantissima. Con attaccato un tubo con l'ossigeno, un secondo tubo di riserva, un coso che dice la pressione e, tocco finale, una cintura con 5 pezzettoni di piombo pesantissimi che mi servivano a sprofondare meglio.
OK ERO FOTTUTO.

Poco prima di lanciarmi all'indietro in acqua come si vede nei film, mi hanno accennato che in un terzo tubo c'erano due bottoni: uno per gonfiare il giubbotto e galleggiare e l'altro per sgonfiarlo. "Ma già lo sai..chettelodicoaffà Ready. Go."
Okkey, la mia faccia appena piombato in acqua non ha bisogno di commenti.










Le foto sott'acqua comunque sono migliorate. Riuscivo a stare sotto, ovviamente, più tempo e più in profondità.





Le scorribande sono continuate anche nei giorni successivi. Abbiamo visto aragoste di ogni grandezza. Ho imparato a distinguere le femmine dai maschi. La più grosse hanno colori stupendi. Ho visto aragoste con le uova e cuccioli di aragoste. Queste ultime due categorie rigettate subito in mare.

   






















Dopo le 5 pm ogni giorno si tornava a Kiuga. Li si incontravano tutti i pescatori di ritorno dalla loro sedute.

L'organizzazione lì è buona, ci sono landing site organizzati con costruzioni in muratura, congelatori, bilance e arrivano pure furgoncini frigo. Il pesce da qui arriva in tutto il Kenya e oltre e è davvero importante che l'equilibrio di questo ecosistema venga mantenuto.








A questo punto iniziava per me la secondo parte della giornata. Con il fuoristrada percorrevamo 10 Km nel parco naturale. Da Kiunga a Mkokoni. Dritti. E ogni volta ho visto ogni genere di animale. Da scimmiette a civette enormi. Ad antilopi con grandi corna e striature bianche sul dorso.

 



  
    

Vivere nel "WWF Camp" è un'altra di quelle esperienza che sono contento di aver fatto. Non ti ci fanno mica entrare così, anche volendo pagare il biglietto d'ingresso o il conto della camera come in albergo.
Il campo sorge non lontano dal villaggio di Mkokoni. Mi è stato riservato uno dei lodge tondi per i grandi ospiti, con da un lato l'alba su questa bellissima spiaggia in cui le tartarute da centinai di anni decidono di depositare le uova. Dall'altra si domini la savana, con un infinito panorama da Re Leone.
Nel campo c'è un ufficio con grossi pannelli solari, una ospitale cucina tonda vicino alla quale ogni mattina c'è la lotta tra gatti e scimmiette. Una sala tv, che trasmette perennemente partite, una biblioteca e una sala conferenze- meeting.









Una sera prima di andare a dormire, dopo l'ennesimo rifiuto del mio corpo ad assimilare il cibo (era il 5° giorno così), cominciavo a sentirmi debolino. Continuavo a sentire qualcosa in cima alla gola. Mi sono guardato con la torcia a uno specchio improvvisato e ho notato che quello che restava delle tonsille era allungato e spiaggiato sulla lingua.

Ho pensato che forse era il caso di tornarmene a casa di mia sorella, in città, a cercare cure. Così ho avvisato che il giorno dopo avrei forse preferito tornare a casa perchè non ero messo bene.
Erano le 11.30 pm.


30 minuti dopo erano già venuti a trovarmi in camera. Mi hanno portato dal medico dall'isola che, gratis, mi ha dato lui direttamente antibiotici per 5 giorni. La mattina dopo le tonsille erano già a posto e non ho mai più vomitato. Come in Italia somma..
Così sono potuto rimanere.








L'ultima mattina, prima di partire per altri progetti insieme, mi hanno avvisato che una tartaruga aveva depositato le uova. Purtroppo non sempre è un processo veloce dissepellirle e sono dovuto partire prima che le trovassero. La speranza è di tornare tra due mesi quando schiuderanno!


                   

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